Sono due giorni che ascolto in loop la canzone della Michelin "Quello che ancora non c'è" e a parte qualche punto del testo espresso in una forma un pò banale, a livello di concetti invece, non lo è per nulla.
Ci sono momenti nella nostra vita in cui ci rendiamo conto che non siamo ciò che pensavamo di essere perché abbiamo inseguito fino ad ora, quello che dovevamo essere per forza secondo i codici educativi e le convenzioni. In realtà poi, il danno che si causa a noi stessi, sono scelte di vita in cui i tempi di maturità di ognuno non sono rispettivamente idonei ad esse. "Quello che ancora non c'è" è un titolo volutamente indefinito, esso può essere qualsiasi cosa ci potrà rivelare il nostro mondo interiore, ma solo con tempi altrettanto estranei alla coscienza, il segreto è aspettare che tutto avvenga spontaneamente per illuminarci la ragione, senza ricorrere a inutili forzature, anche quando la fine di un amore può sorprenderci svuotati e pieni di domande, il segreto è ancora e inevitabilmente, l'introspezione, lasciarsi andare e navigarci : "Non cercare fuori, quello che è dentro di te...".
Buon ascolto, vi saluto belli. 🙃
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